Dove va il Movimento 5 Stelle? E’ credibile nelle le proposte che avanza?
Un Movimento che fino ad oggi si è espresso in tutte le sue manifestazioni pubbliche con e per il “vaffa” come si pone di fronte ad una nuova fase non di rottura ma di governo? Quali risultati concreti consegna alla storia di questa sua prima significativa esperienza parlamentare? Come e dove ha dimostrato la sua diversità di fare politica? Quali cambiamenti, in coerenza con le tesi e gli obiettivi iniziali, ha prodotto? Possiamo dire che, in coerenza con quanto sin qui prodotto, è credibile nelle e per le proposte che avanza? Non ci sono forse seri e fondati dubbi?
Il bilancio con cui si presenta è sostanzialmente negativo, troppe le contraddizioni, troppo spazio alla polemica strumentale volta esclusivamente alla visibilità e a procacciare consenso. Azioni concrete nell’interesse del popolo? Non ci sono tracce. La lotta ai costi della politica, da sempre cavallo di battaglia, è stata abbandonata nel momento in cui se ne è presentata l’opportunità o peggio ancora rigettata. Secondo consuetudine politica hanno rinunciato a perseguire l’interesse collettivo in nome della visibilità e del consenso.
La sua diversità dichiarata poteva estrinsecarsi in un modo nuovo di fare politica senza seguire vecchi schemi, avrebbe dovuto avere sempre come scopo primario, se non unico, l’interesse del Paese. Davanti a proposte utili al Paese, ancorchè parziali e/o insufficienti ma coerenti con il suo indirizzo generale, non avrebbe dovuto avere una posizione di netto contrasto, di rigetto a prescindere proprio della partitocrazia. I tentativi di semplificazione della macchina statale, l’abbattimento dei costi della politica non erano in linea con i suoi intenti? e anche di giovamento al Paese? Non era dunque il caso di abbandonare la sterile polemica politica e, pensando innanzitutto all’interesse collettivo, contribuire e consentire il cambiamento?
Hanno perso una grande opportunità, presentarsi all’elettorato come quelli che avevano dato, nell’interesse della comunità e comunque in coerenza con il loro programma, un contributo sostanziale alla riduzione dei costi della politica e, cosa ancor più rilevante, inferto un duro colpo agli eccessi della partitocrazia che nel bicameralismo perfetto ha dato, negli anni, il peggio di se fino al punto di portare il nostro sistema ad essere una democrazia imperfetta.
Tant’è, forse non ci si poteva aspettare nulla di più dal Movimento 5 Stelle. e’ nella logica delle cose, non c’è alcun teorema, assioma ne tanto meno un dogma che possa affermare e/o dimostrare che:
– il movimento del vaffa = movimento dei migliori
– il movimento del vaffa = movimento degli onesti
– il movimento del vaffa = movimento dei puri
– il movimento del vaffa = movimento dei più bravi
Equazioni dimostratesi ancor più impossibili nella pratica, per non parlare poi della maggior parte dei suoi rappresentanti che si sono dimostrati purtroppo pieni di se, autoreferenziali e supponenti.
Ne stanno dando ampio sfoggio anche in questa campagna elettorale piena di mutevoli contraddizioni, superficialità, omissioni, trasformismi a partire dal burbero ed accigliato Di Maio oggi dal volto sempre giulivo. Un cambio repentino ed impensabile di 180° su quasi tutte le posizioni oggetto, fino a pochi giorni fa, del loro vaff… !!!
Alcuni esempi a puro titolo esplicativo. E’ inaccettabile che un loro dirigente al quale è stato chiesto conto di alcuni atteggiamenti e discorsi contro la stampa abbia risposto dicendo che il problema non lo riguardava perchè non erano state sue affermazioni; se voleva dissociarsi doveva farlo all’epoca dei fatti non adesso, la mancanza di un distinguo di allora lo rende direttamente corresponsabile e ne deve rispondere.
E’ altrettanto inammissibile che a domande su una serie di problemi e temi che interessano la vita e lo sviluppo del Paese rispondono: non sono nelle nostre priorità e pertanto non ne parliamo! Assurdo, come se si proponessero per un governo dei 100 giorni e non di una intera legislatura.
Nella realtà non è un problema di priorità, il vero motivo è che il Movimento 5 Stelle non può parlarne. Ha messo in piedi un paradossale inciucio. Sì proprio il famigerato inciucio, fantasma ricorrente della politica italiana dai tempi di Moro e Berlinguer fino ai giorni nostri, demonizzato, rigettato da tutti ma sdoganato e praticato dai 5 Stelle. Le sue liste dei candidati sono piene di ex di sinistra ed ex di destra siano essi fuorusciti o rigettati, non mancano poi candidati senza alcuna idea politica che vedono nelle elezioni solo una opportunità una progressione di carriera e/o miglioramento del proprio stato sociale. Da qui la necessità strategica del Movimento di non trattare problemi e questioni che riguardano la vita sociale. Non sono nelle condizioni di proporsi in modo univoco e condiviso.
Ma se un silenzio strumentale alla campagna elettorale evita ora il manifestarsi di differenze e conflitti interni insanabili, nel caso che i 5 Stelle diventassero forza di governo e sarebbero -giocoforza- costretti ad operare a 360° allora si che tutte le contraddizioni inevitabilmente esploderebbero ed assisteremo ad una diaspora incontrollabile di parlamentari verso altri gruppi. E la governabilità?L’affidabilità? L’assurdo è che seguitano a paventare un rischio inciucio post elezione messo in atto da altri partiti quando loro vivono e sono espressione dell’inciucio.
E’ forse anche per questo che hanno smesso di parlare del programma elettorale e, in nome della chiarezza ma in barba alle norme e procedure istituzionali, parlano solo di strategia e lista di governo.
Le riflessioni continuano in una parte 2^.